Ascolta e leggi il testo della bellissima “Non” degli Zen Circus

Non è la traccia che più mi emoziona e al quale sono più legato ha dichiarato Andrea Appino e forse non è l’unico ad emozionarsi ascoltando questa bella canzone, inserita come quarta track in L’Ultima Casa Accogliente, undicesimo album in studio degli Zen Circus, negli scaffali dei negozi dal 13 novembre 2020, a due anni e mezzo dall’ultimo lavoro Il fuoco in una Stanza.

L’audio e il testo di questo potentissimo brano, scritto da Andrea Appino, composto da Ufo & Karim Qqru e prodotto dal gruppo, il pezzo “più anni ‘90, nell’andamento”, come definito dal cantautore pisano classe 1978, che ha aggiunto, si parla “di rapporti interpersonali, di insicurezza, della paura che spesso fa accadere proprio ciò che più si teme”.

“Un giorno mi sono ritrovato a passare 24 ore con accanto me stesso bambino e ho passato delle ore tremende da una parte e commoventi dall’altra. Sono legato al bambino che ero e anche se è brutto da dire, per crescere quel bambino deve morire” Andrea Appino.

“Nell’undicesima era discografica del gruppo toscano, anticipato da Appesi Sulla Luna e Catrame, sono presenti un totale di nove canzoni inedite, tra le quali il terzo estratto Come Se Provassi Amore, on air da venerdì 13 novembre e accompagnato dal videoclip scritto e diretto da TRILATHERA.

copertina album L'Ultima Casa Accogliente

Non – Zen Circus – Testo

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Non era il mare all’orizzonte
Non era il vento a muovere le onde
Non è la rabbia che mi consola
Non è la voglia di vomitarne ancora
Contro qualcuno che non esiste
Contro me stesso o chi non c’entra niente
Una voce in testa mi dice:
“È solo una scusa per non essere felice”
Non è la voglia che non ho avuto
Non è il passato che ho dimenticato
Non è quel viaggio che mi ha cambiato
Piuttosto quando sono stato viaggiato
Non è la morte, non è ancora il momento
Ma quel momento comunque è dentro
Non è il bambino che è scomparso
È con me, lo sento accanto

Lascia che le navi escano dai porti
Lascia che ti vengano a trovare i morti
Lascia che i colpevoli vengano assolti
Lascia stare per sempre il giudizio degli altri
Non è l’amore a farci a pezzi
Non è il dolore a scrivere versi
Non è la voglia di farmi male
Non è la voglia di farmi male
Lasciati abbracciare forte
Lasciami le ombre, il dolore, la notte
Lascia che ti dorma accanto quando viene buio
Mentre parli nel sonno e io urlo da solo
Non ero io dentro al tuo corpo
Non eri tu a tenermi dentro
Non ero io, non eri tu
Non ero io, non eri tu

Non ero io, non eri tu
Non ero io, non eri tu
Non ero io, non eri tu
Non ero io, non eri tu

Il sangue che mi esce dal corpo
È il mio soltanto se lo riconosco
Sei una ferita aperta dentro cui viaggiare
Tu non mi abbandonare

Salvami dai mostri, dal mondo
Salvami da quello che voglio
Il male profondo
Dalla morale, dall’obbedienza
Dalla normalità fatta sentenza
Dalla vergogna, dall’efficienza
La sicurezza, la sufficienza
Non ero io, non eri tu
Non ero io, non eri tu

Non ero io, non eri tu
Non ero io, non eri tu
Non ero io, non eri tu
Non ero io, non eri tu

Il sangue che mi esce dal corpo
È il mio soltanto se lo riconosco
Sei una ferita aperta dentro cui viaggiare
Tu non mi abbandonare


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