Mario Venuti, Ventre della città: testo e video ufficiale

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Ventre della città è il titolo del nuovo singolo del cantautore catanese Mario Venuti, che viene trasmesso dalle emittenti radiofoniche da venerdì 29 agosto 2014.

L’inedito fa da apripista al nuovo nonché ottavo album Il tramonto dell’occidente, il cui rilascio è fissato al prossimo 23 settembre per Microclima-Musica & Suoni/Believe Digital. L’opera farà seguito a L’ultimo romantico pubblicato nel 2012.

La canzone battezzata Ventre della città (titolo che rappresenta il “ventre” di quartieri periferici e popolari come Scampia a Napoli e Quarto Oggiaro a Milano), è stata scritta e musicata da Mario Venuti, Francesco Bianconi dei Baustelle e Kaballà, musicista e cantante catanese che ha scritto canzoni per importanti artisti come Eros Ramazzotti, Raf, Carmen Consoli, Placido Domingo, Antonella Ruggero, i Tazenda e molti altri. La produzione è opera di Musica e Suoni e Microclima.

Questo pezzo è accompagnato dal video ufficiale inserito nel canale Youtube dell’artista siciliano in data 28 agosto 2014. Il filmato diretto da Lorenzo Vignolo con l’aiuto di Jimmy Lippi Pinna e Pierpaolo Di Stefano, mostra immagini in bianco e nero girate in un quartiere periferico a sud ovest della città di Catania ovvero Librino, con al centro della scena Venuti che interpreta la canzone, il cui testo parla di argomenti delicati come il disagio giovanile, la prostituzione, il furto di rame e la droga come la cocaina. In tale occasione Venuti ne approfitta per citare un verso tratto da un brano del neomelodico Gianni Celeste “Ti giuro amore, non la tocco più la polverina che dicevi tu“. Secondo il cantante, la via di fuga da queste problematiche è quella di guardare di sera il cielo stellato come recita il verso “Ci incontreremo le sere d’estate sul mare d’asfalto di queste borgate, non sarà male fermarsi a guardare le nostre ferite, le stelle inventate“.

Dopo la copertina del singolo, potete vedere il videoclip e leggere le parole che lo compongono.

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Guarda il videoclip

Testo Ventre Della Città – Mario Venuti
Vite di quartieri
Venuti male
La tangenziale
La ferrovia
Le notti insonni
Girando in auto
Per la sacra periferia
Storie di Corviale
Di Quarto Oggiaro
Di Scampia
Di Librino e Zen
Sono conficcate come pugnali
Nel ventre della città

Tu mi hai raccontato
Che rubavi rame
Che ti ha beccato la polizia
Che sei già sposato
Con una bambina
Con la cocaina
Vivi a casa sua
“Ti giuro amore *
Non la tocco più
La polverina che dicevi tu”
A volume alto
Dalle autoradio
Nel ventre della città

Ci incontreremo le sere d’estate
Sul mare d’asfalto di queste borgate
Non sarà male fermarsi a guardare
Le nostre ferite
Le stelle inventate

C’è chi dorme male
Sogna di scappare
Dai discreti letti della borghesia
C’è chi non la legge
Solo dentro i libri
La cerca altrove la poesia
Meglio l’animale
Che ti mostra il cuore
Nella comunione
Di una botta e via
Tu lo puoi trovare
Dove Cristo muore
Nel ventre della città

Ci incontreremo le sere d’estate
Sul mare d’asfalto di queste borgate
Non sarà male fermarsi a guardare
Le nostre ferite
Le stelle inventate.

* Versi tratti dalla canzone di Gianni Celeste
“Non la tocco più”

Sono passati anni da quando Pasolini ha glorificato le periferie e l’umanità vitale e dolente che le popolano. Eppure il “ventre della città” esercita ancora fascino e attrazione, per chi sa vedere in esso tutta la gamma dei vizi e delle virtù umane, senza la “corruzione” del pensiero borghese. Firmato Mario Venuti.

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