Lo Stato Sociale & Caterina Guzzanti, Instant classic: testo e audio

Si intitola Instant classic il nuovo singolo de Lo Stato Sociale con la partecipazione dell’attrice e comica capitolina Caterina Guzzanti.

Questa canzone è estratta dall’ultima fatica discografica L’Italia Peggiore, disponibile dallo scorso 2 giugno.

In rotazione radiofonica da venerdì 7 novembre 2014, Instant classic, dodicesima traccia del disco, è un brano incentrato sul selfie anche se questa parola non viene mai nominata.

I Lo Stato Sociale ovvero Alberto Cazzola (basso e voce), Lodo Guenzi (chitarra, tastiere e voce), Alberto Guidetti (drum machine e voce), Enrico Roberto (Synth, piano e voce) e Francesco Draicchio (Synth, ukulele e voce), hanno spiegato il significato di questo pezzo, che fa ironia su un problema abbastanza serio “da quando gli obbiettivi fotografici sono diventati di larghissimo consumo e presenti su qualsiasi dispositivo, abbiamo una nuova e gravissima malattia nel mondo. Il diffondersi di Facebook e Instagram ha acutizzato la malattia di cui sopra. Questo pezzo ironizza su un problema serio, anzi serissimo. Una canzone fuoriluogo, forse. Alla voce c’è Caterina Guzzanti che si è prestata con entusiasmo a questo nostro delirio“.

Cliccando sull’immagine sottostante potete ascoltare l’audio ufficiale di questa canzone, mentre a seguire trovate le parole che la compongono.

Prima di concludere ricordiamo le prossime date del tour:

  • 05/11 Padova – Geox Live Club, Gran Teatro Geox
  • 06/11 Milano – Alcatraz – special guest: Nicolò Carnesi, Piotta & more
  • 08/11 Perugia – Urban Live Music Club
  • 14/11 Bologna – Locomotiv Club SOLD OUT
  • 15/11 Bologna – Locomotiv Club SOLD OUT
  • 16/11 Bologna – Locomotiv Club
  • 22/11 Torino – Hiroshima Mon Amour
  • 28/11 Roma – Ausgang Produzioni c/o Atlantico Live Club
  • 29/11 Brindisi – Dopolavoro
  • 06/12 Firenze – Auditorium Flog
  • 12/12 Catania – Barbara Disco Lab

lo_stato_sociale

Testo Instant classic – Lo Stato Sociale con Caterina Guzzanti (Digital Download)
Mi faccio una foto mentre guardo qua,
mentre guardo la,
mentre guardo su,
mentre guardo giù,
mentre guardo te.
Mentre guardo te, mentre guardo te, mentre guardo te,
mentre guardo te, mentre guardo te, mentre guardo te,
mentre guardo me.
Mi faccio una foto con un corazziere,
con quello inglese col cappello alto,
con una guardia svizzera,
con il papa,
con il papa e gliela mando,
ho il suo numero, mi ha chiamato ieri,
ha detto non è grave se sei gay,
è grave se lo fai apposta.
Mi faccio una foto col cuginetto,
con la sorellina,
col nipotino,
col tuo bambino,
con uno che non conosco però è nano.
Mi faccio una foto mentre aspetto il bus,
la metto su internet,
mi lamento dei ritardi poi alzo lo sguardo
e lo vedo partire.
Mi faccio una foto delle mie gambe in riva al mare,
in collina,
a Viterbo,
mentre mi tolgono un dente,
le mie gambe mentre guido.
Mi faccio una foto con un nero,
con un cinese,
con un estone,
con un altro cinese ma lo chiamo come quello di prima.
Mi faccio una foto mentre parlo su skype col mio amore,
lui ha il piedone in primo piano e indossa un cappello spiritoso,
io gli faccio la faccia strana, lui ride,
io gli faccio ok, lui ride,
io gli faccio sono al terzo mese,lui ride.
Mio figlio avrà un padre imbecille.
Mi faccio una foto che limono con uno davanti agli sbirri in antisommossa,
mentre porgo un ciclamino a uno sbirro in antisommossa,
mentre faccio leggere il piccolo principe a uno sbirro in antisommossa,
mentre uno sbirro in antisommossa infine mi mena.
Mi faccio una foto con la mia barca di sushi,
coi tortelloni flambè ,
col mio piatto di trippa,
con le cozze ripiene,
una foto mentre vomito,
una foto all’ospedale di Termoli.
Anche io posso fare inchieste sulla malasanità.
Mi faccio una foto con la faccia sbarazzina,
con la faccia sognante,
con la faccia seria,
con la faccia da porca ma mai volgare.
Con la faccia basita,
con la faccia curiosa,
con la faccia ignorante,
con la mia solita faccia da cazzo.
E gatti, giacche, gocce, scritte, gruppi,
cazzi, quadri, fiori, frutti, fatti, affetti,
occhi, fiumi, fiamme, fiabe, biglie, viaggi,
smorfie, prati, piercing, piazze, paglie, pizze,
zucche, zaini, rasta, treni,
tette, attori, tetti, tacchi e tutti!
Mi faccio una foto allo specchio
per essere sicura due volte di non dare l’immagine sbagliata di me,
che poi è quasi sempre quella giusta.

Gestione cookie