Anastasio – Il fattaccio del vicolo del moro: audio e testo del nuovo singolo

Disponibile da venerdì 29 novembre 2019, Il fattaccio del vicolo del Moro è un singolo del rapper campano Marco Anastasio, scritto di suo pugno e composto da Stefano Tartaglini e Raffaele Lombardo.

Il testo e l’audio di questo significativo brano, un racconto pieno di emozioni e in pieno stile Anastasio, che inizia dalla fine, perché il protagonista si trova alle prese con la giustizia, reo di aver ucciso il fratello.

In seguito inizia a raccontare i fatti al questore: il fratello cambiò radicalmente in quanto intraprese una brutta strada e quando lui era assente, trattava male la madre e le chiedeva soldi o oggetti preziosi, probabilmente al fine di pagarsi la droga, finché un giorno, nonostante gli avvisi del fratello di starle alla larga, uccise la madre… Veramente emozionante e coinvolgente.

copertina canzone Il Fattaccio Del Vicolo Del Moro

Anastasio – Il fattaccio del vicolo del moro testo

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Vi prego signor questore, per favore
Vogliate risparmiarmi quanto meno quest’ultima umiliazione
Scioglietemi i polsi… almeno per adesso
Poi… mi riammanettate, quando verrà il processo
Sempre stato un uomo onesto, modesto e lavoratore
E la mia mano così ferma nel battere il martello
È la stessa che al mio stesso fratello poi spaccava il cuore
Lo sa solo il signore quanto pesa ‘sto fardello
E quanto dice il giornale stamane è vero
Fatemi raccontare e vi giuro sarò sincero
Vivevo con mia madre e mio fratello al vicolo del moro
La sera, quando tornavo dal lavoro, mamma era in soggiorno
Bella, che faceva la garzetta e che cantava tutto il giorno
Ma poi Gigi, mio fratello, cambiò di colpo
Si fece prepotente, non voleva darmi ascolto
Frequentava i peggio ambienti con la peggio gente
E quando ero assente veniva a fare il prepotente con mamma
Lui svuotava i cassetti e lei non diceva niente
Sempre calma, sempre buona, muta come una Santa
Eppure… quando tornavo la sera era bianca come la cera
Taceva, più non cantava, pregava e piangeva
Le dissi: “mamma, quant’è vero Iddio
Se torna ancora non rispondo più manco del nome mio”
E mi disse: “no, per l’amor di Dio, Gigi non è più lui
È colpa degli amici , passeranno i giorni bui”
Andai da Gigi a dire: “mamma sta male, la vuoi piantare?
Se muore di crepacuore non ti saprò perdonare”
E lui mi rise in faccia
“Io faccio quello che mi pare, che ti piaccia o non ti piaccia”
E mi lasciò così…… senza nulla da dire
Tornai a casa, diedi un bacio a mamma e me ne andai a dormire (un bacio a mamma, un bacio a mamma, un bacio a mamma, un bacio a mamma).

Il giorno dopo mi parve di sentire una lotta
E c’era mamma che strillava con la voce rotta
Diceva: “Gigi, ridammi l’anello, era di papà
Ti prego, non ti compromettere con tuo fratello”
“Di mio fratello non m’importa un fico secco
Se vuole assaggiare il coltello son qua che l’aspetto”
Embè fu un attimo, saltai giù dal letto e scesi giù in salotto
Me lo trovai con le braccia incrociate in petto
Mi guardò con il sguardo da reietto e mi disse:
“Che vuoi?”
“Che voglio? Voglio che te ne vai e che non torni più da noi
E che la smetti di fare il prepotente con gli amici tuoi
Che torni come prima, che ti cambi questa faccia
Senza fare storie, senza che ci fai tanto il boiaccio”
E disse: “A ‘sto santarello serve una lezione vera”
Prese un coltello, lo mise dietro la schiena
Mamma urlava, spingeva, lo cercava di fermare
Ma lui le dà una spinta e continua ad avanzare, poi
Alza il coltello, carica il colpo e sferra
Ma mamma si mette in mezzo, dà una strilla e crolla a terra
“Tu m’hai ammazzato mamma, bastardo, caino, ‘nfamone!”
Gli saltai addosso con la foga di un leone
Gli fermai la mano, presi il coltello, glielo strappai
Vidi tutto rosso e poi menai
Menai!

(suono di campane)
Le senti le campane?
Sarà mamma che passa
Lasciatemi andare al funerale.


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