Lo Stato Sociale, Io, te e Carlo Marx: video ufficiale e testo

Io, te e Carlo Marx è il nuovo singolo dei Lo Stato Sociale, terzo estratto da L’Italia Peggiore, album pubblicato il 2 giugno scorso arrivato fino all’undicesimo posto nella classifica relativa ai dischi più venduti in Italia.

Dopo il successo dei precedenti C’eravamo tanto sbagliati (arrivato fino alla veta delle canzoni più scaricate in Italia) e Questo è un grande paese con Piotta, arriva il terzo videoclip della nuova era discografica del gruppo indie rock bolognese formato da Alberto Cazzola (voce e basso), Francesco Draicchio (sintetizzatori e voce), Lodovico Guenzi (voce, chitarre, pianoforte e sintetizzatori), Alberto Guidetti (drum machine, sintetizzatori e voce) ed Enrico Roberto (voce e sintetizzatori).

Io, te e Carlo Marx, la decima traccia dell’album, parla di una coppia (ed ovviamente Carlo Max), nella quale lui è un musicista e lei un medico e “salva le vite”. Nonostante l’evidente diversità, i due si amano.

Il filmato è stato diretto dal regista friulano Tomas ‘Uolli’ Marcuzzi, che in passato ha diretto video per Brunori Sas e Virginiana Miller. Nella clip vediamo i componenti della band racchiusi in una struttura, dalle cui mura escono braccia e mani di persone… “il regista, è un matto. L’avevamo capito dopo aver visto il suo clip ‘Vamos a la Islanda’ e così gli abbiamo lasciato carta bianca. Volevamo una cosa dal sapore ‘casalingo’, con un set che coinvolgesse tanta gente” hanno raccontato i ragazzi del Lo Stato Sociale che il prossimo 31 ottobre, si esibiranno nei club italiani. La tournee toccherà le principali città nazionali tra le quali Milano (Alcatraz), Roma (Atlantico), Bologna (Locomotiv) e Torino (Hiroshima Mon Amour).

Di seguito potete leggere il testo della canzone, mentre per vedere il videoclip, cliccate sull’immagine sottostante.

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Testo Io, te e Carlo Marx – Lo Stato Sociale (Digital Download)

Musica di Cazzola, Draicchio, Guenzi, Guidetti, Roberto, Romagnoli. Parole di Cazzola, Guenzi, Guidetti.

E’ troppo il tempo che passa
per portare il pane a casa
che poi arrivo dopo tre giorni
ed è secco ormai
e va bene per i pomodori gratin.
E io ci ho provato
a fare di necessità virtù
e tu a unire l’utile col dilettevole,
a prendere fischi
per comprare fiaschi di vino
che comunque non apprezzi.
Il pane arriva tardi, il vino non ti piace,
c’è un problema di sguardi
o un contratto sbagliato
con un vizio di forma.
Tu ti sbatti e non hai niente,
io mi diverto e faccio tardi,
in mezzo c’è la terra,
il lavoro nei campi,
il sudore pagato
per la frutta che mangi.

Io canto e tu mi salvi la vita,
lui raccoglie le mele e tu gli salvi la vita,
lei scende in strada a battere
e tu le salvi la vita,
lui muore schiacciato dalle lamiere
e non puoi farci niente,
forse è per questo che continuo
a cantare o a fare il deficiente.

E non ci siamo accorti
che il campo del confronto
perde metri nei confronti
dello stanzino del comando.
E non sarò mai un piccolo padre
per le tue voglie di conferma,
preferirei fare l’opposto
ed essere debole con te,
preferirei stare per ore
a vederti piangere di felicità
perché hai capito
il sistema che hai imposto,
perché hai compreso
che non c’è posto
per lamentarsi delle avversità
e solo l’aria ci salverà,
una casa in campagna,
una tazza di tè,
un letto grande
e tutte le mele che vuoi.

Io canto e tu mi salvi la vita,
lui raccoglie le mele e tu gli salvi la vita,
lei scende in strada a battere
e tu le salvi la vita,
lui muore schiacciato dalle lamiere
e non puoi farci niente,
forse è per questo che continuo
a cantare o a fare il deficiente.

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